Approccio funzionale
Il sistema gastroenterico è regolato da meccanismi nervosi e ormonali in cui l’equilibrio simpatico-parasimpatico è fondamentale, infatti sotto stress un individuo avrà meno capacità digestive. La complessità dei sistemi gastroenterici può essere adeguatamente studiata con la PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia) e medicina funzionale.
Nell’ambito gastrico si sviluppa una enorme complessità di approcci sé solo consideriamo come una comune situazione di stress cronico attivando in modo prevalente il sistema simpaticotonico rispetto alla fisiologica attività vagale può dare inappetenza, senso di peso allo stomaco, eruttazioni, reflusso per tardivo svuotamento gastrico, iperacidità di reazione, flatulenza, sonnolenza, dolore epigastrico, nausea. Tutte condizioni che possono essere confusi con una gastrite ma che in realtà sono la conseguenza di una mancata regolazione del sistema nervoso autonomo.
Il medico avvalendosi degli strumenti disponibili come; esame obbiettivo, raccolta dati anamnestici, analisi dei sintomi e valutazioni strumentali individua i fattori dello squilibrio quindi il trattamento farmacologico o fito-nutraceutico o comportamentale o misto ma è certo che vista la grande variabilità un successo terapeutico è più probabile se viene personalizzato in base alle caratteristiche fisiopatologiche e individuali.
La galenica funzionale mira a ottenere preparati personalizzati prescritti sulla base dei concetti fin qui esposti e con una biofarmaceutica adeguata in base alla prescrizione di ogni singolo preparato.
Chiaramente vanno aggiunte le situazioni organiche dalla insufficiente secrezione gastrica alla iperacidità per arrivare al reflusso gastroesofageo.
Antiacidi, anti-H2, inibitori di pompa protonica IPP:
Il primo approccio ai sintomi gastrici dovrebbe essere di tipo comportamentale. Riempire lo stomaco in modo eccessivo si traduce in uno stimolo maggiore e quindi una maggiore stimolazione alla secrezione acida che a sua volta viene incrementata da alcuni cibi come: cioccolato, caffeina, alcol, cibi ricchi di grassi, ad alto contenuto di sodio, agrumi, menta, cibi piccanti. Anche alcune abitudini dovrebbero essere corrette perché aumentano la problematica come il fumo, alcol e tutte le condizioni che aumentano la pressione gastrica; indumenti stretti, particolari posizioni del corpo.
Per antiacidi si intendono composti in grado di alzare il pH per semplicemente neutralizzazione chimica
L’uso occasionale di antiacidi di questo tipo, ad esempio dopo un pasto particolarmente pesante può avere un suo razionale mentre l’uso continuativo può portare ad un effetto rimbalzo ovvero un aumento della secrezione acida.
Gli antagonisti dei recettori H2 sono farmaci che bloccano l’azione dell’ istamina sulle cellule parietali dello stomaco diminuendo il rilascio di acido.
Anche gli inibitori di pompa protonica IPP inibendo un enzima delle cellule parietali (detto appunto pompa protonica) bloccano la secrezione acida.
I farmaci antiH2 e IPP sono detti antisecretivi e sono molto efficienti nel sopprimere la secrezione acida in modo indipendente dalle cause che hanno generato la disfunzione. L’uso di questi farmaci dovrebbe essere occasionale e limitato a periodi di max 2 settimane. Periodi più lunghi devono avvenire sotto controllo medico.
Purtroppo negli ultimi anni questi farmaci, molto ben pubblicizzati sono diventati di uso comune e frequentemente oggetto di abuso. Senza un corretto approccio diagnostico-terapeutico la sola diminuzione della secrezione acida non è in grado di curare la sofferenza gastrica. Gli effetti collaterali per l’uso a lungo termine di questi farmaci sono per lo più frutto dell’inibizione secretiva e quindi dell’aumento cronico del pH gastrico rispetto ai valori fisiologici ciò porta a conseguenze che vanno dal diminuito assorbimento di ferro, vitamina B12 e minerali alla carenza di magnesio, rischio di fratture ossee e diarrea. L’ inibizione prolungata della secrezione acida porta ad un aumento da 3 a 10 volte di gastrina, condizione associata ad un aumento del rischio di cancro allo stomaco.
A livello intestinale può portate alla SIBO ( Small Intestinal Bacterial Overgrowth ) condizione a diversi livelli di gravità in cui si ha una crescita anomala di microorganismi nell’intestino tenue. Recenti studi hanno rilevato un aumento del 50% in più di SIBO per i pazienti trattati con IPP rispetto al 6% del gruppo di controllo.
Un uso non corretto diquesti farmaci può addirittura peggiorare il quadro sintomatologico. Considerando ad esempio una situazione di ipocloridria, molto frequente che si manifesta con gonfiore, bruciore, flatulenza e iperacidità reattiva a tardivo svuotamento gastrico sintomi che possono essere ben confusi con la condizione opposta di ipersecrezione. Una inibizione secretiva non solo non risolverà il problema anzi lo peggiorerà. Infatti il trattamento funzionale una ipocloridria diagnosticata viene fatto solitamente con agenti ad azione eupeptica; genziana, cynara, tarassaco, angelica arcangelica, carvi appositamente formulati in base a esigenze quali necessità di maggiore stimolazione endocrina e/o aperitiva/digestiva e/o epatica di tipo colagoga coleretica o ancora stomachica.
In caso di ipersecrezione gastrica ( discorso a parte per Helicobacter pylori in cui esistono protocolli specifici di eradicazione) se nella fase acuta può essere giustificato l’uso di antiacidi o antisecretivi una volta rientrata va considerato un trattamento funzionale di tipo trofico dove la galenica offre diverse strategie dall’ Hericium erinaceus, fungo edule il cui uso deriva dalla medicina tradizionale cinese che oltre all’azione trofica a livello gastrico unisce una azione sistemica nell’asse dello stress-ansia-malinconia. Un’ altra nota particolare la merita Pistacia lentiscus riconosciuto come gastroprotettore dalla agenzia europea dei medicinali ( EMA ) utile anche in caso di reflusso.
La preparazione galenica magistrale permette forme e rilasci differenziati rispetto ad altri dei vari attivi anche con enzimi digestivi utili sia in caso di ipocloridria nella digestione di proteine e grassi o in caso di iperacidità per ridurre i carichi di lavoro dello stomaco.
Va anche detto che specialmente dopo un periodo di esacerbazione dei sintomi persiste una infiammazione gastrica oltre ai trattamenti trofici necessita di sostanze antinfiammatorie e antiossidanti quali ad esempio curcuma e boswellia e percorsi nutrizionali e fitoterapici per migliorare il quadro psico-fisico come estratti di Rhodiola, Withania, e omega-3.
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